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Science of Stretching – di Lucas Rockwood

Di recente ho conseguito il Diploma di Science of Stretching Certified Coach® certificato dal YOGABODY Teacher College® di Lucas Rockwood (E-RYT 500, YACEP YOGA ALLIANCE USA).

Ho voluto affidarmi ad un serio e riconosciuto professionista del settore per acquisire una specializzazione impegnativa ma molto importante per quanto riguarda una realtà che al giorno d’oggi tocca quasi tutti, giovani e non giovani: la rigidità muscolare  del corpo. La rigidità muscolare si verifica quando un muscolo o un gruppo di muscoli rimangono contratti o parzialmente contratti per un periodo prolungato. Il cervello continua ad inviare segnali nervosi che indicano al muscolo di contrarsi anche quando la contrazione non è più necessaria per il movimento. Questo a volte può durare per diverse ore o giorni e più a lungo il muscolo rimane contratto, maggiore sarà il dolore.

La rigidità muscolare è molto spesso innescata anche dallo stress: lo stress influisce negativamente sul sistema nervoso, che può rispondere esercitando una pressione aggiuntiva sui vasi sanguigni, con conseguente riduzione del flusso del sangue ai muscoli. Ciò può causare tensione e dolore muscolare.

La tecnica di Science of StretchingTM che ho acquisito utilizza un approccio diverso rispetto alla maggior parte delle pratiche di flessibilità conosciute che non funzionano pienamente perché, per quanto valide, non migliorano la mobilità del corpo, mentre la Science of StretchingTM è una pratica rigorosa, un sistema comprovato che si avvale delle migliori tecniche derivanti da studi pubblicati sulla fisiologia dell’esercizio fisico, unitamente a protocolli dello yoga, della danza e delle arti marziali, per ottenere dei risultati prevedibili e misurabili. 

La Science of StretchingTM viene insegnata ad allievi di ogni livello ed età, dai principianti, a chi ha subito delle lesioni, e consiste principalmente in posizioni completamente rilassate e passive in cui è la gravità a “fare il lavoro” e in movimenti lenti di stretching che devono essere mantenuti in posizione per almeno  due minuti, aumentando gradualmente il tempo dello stretching  e respirando solo dal naso 4:8, 4 tempi in inspirazione e 8 tempi in espirazione.

Questa pratica va considerata come un’implementazione dello yoga e non una sostituzione e ha l’obiettivo di migliorare il Range of Motion (ROM), la mobilità del corpo, creando “più spazio” in modo efficace e sistematico per rendere il nostro corpo più agile e migliorarne la flessibilità, ritrovando quella scioltezza che pensavamo ci fosse ormai preclusa, soprattutto in caso di schiena rigida, difficoltà a piegarsi, scarsa mobilità dei tendini posteriori del ginocchio e dei flessori delle anche, delle spalle e delle braccia con un ridotto margine di movimento a causa del dolore.

Ho sperimentato di persona i benefici di questa pratica durante il corso e successivamente con la mia pratica quotidiana. Ho iniziato ad insegnarla ai miei studenti e posso confermare che tutti hanno riscontrato in misura minore o maggiore un miglioramento della postura, una diminuzione del dolore alla schiena, al collo e alle spalle. Alcuni studenti, aggiungendo questa tecnica di stretching alla pratica di Yoga del Respiro, hanno anche  affermato di avere avuto un miglioramento della qualità e durata del sonno e anche una notevole diminuzione dello stress. Tre sono i principi fondamentali alla base della tecnica di Science of StretchingTM:

  • il primo (Wet Noodle) consiste nel rilassarsi il più possibile durante lo stretching. In alcune posizioni significa un completo abbandono nel rilassamento, mentre in altre posizioni significa utilizzare il meno possibile l’energia muscolare per rimanere nella posizione;
  • il secondo principio è il Respiro 4:8 dal naso, sia in ispirazione per 4 tempi che in espirazione per 8 tempi. Rallentando il respiro ed allungando il tempo di espirazione viene stimolato il sistema nervoso parasimpatico, che ci permette di focalizzarci su un unico punto di attenzione durante le posizioni, soprattutto quelle più impegnative;
  • il terzo principio è la Durata della Tensione Passiva. Per ottenere dei risultati tangibili nel miglioramento della flessibilità la durata dello stretching non è casuale o intuitiva ma è il fattore principale e la durata della tensione va misurata e implementata ad ogni pratica partendo da un minimo di 2 minuti fino a un massimo di 4/5 minuti.

La componente fondamentale, come sempre, è però l’impegno personale perché come afferma Lucas Rockwood: “tutto inizia e finisce con la pratica. Una volta che ti è chiaro questo concetto e ti impegni quotidianamente, tutto fluisce in modo naturale: la teoria, le tecniche e la metodologia”.

Applicando la tecnica della Science of StretchingTM per almeno 15 minuti di pratica ogni giorno alla sera prima di andare a dormire si può arrivare a raddoppiare la flessibilità del corpo. Alla base di ogni pratica, soprattutto nello yoga, ciò che è fondamentale è integrare mente e corpo, respiro e movimento, riassestare il sistema nervoso e l’alimentazione per vivere al meglio una vita sana ed equilibrata.  

Davide R. Diesi | Science of Stretching TM Certified Coach®

YOGADELRESPIRO.it