GLI SWAMI DEL LIGNAGGIO GIRI

Hari OM cari lettori e studenti del sito YOGADELRESPIRO.it, oggi desideriamo condividere con voi l’aspetto delle diverse caste degli Swami che in India suddivide il bramacharesimo, ossia il sentire del monachesimo spirituale di chi come anima è chiamato a servire la sfera del mondo spirituale e delle divinità induiste dell’India.

Tutti gli Swami in India appartengono ad una delle dieci suddivisioni dell’Ordine degli Swami.

Paramhansa Yogananda (famoso pioniere dello Yoga in occidente), ha descritto nel suo popolare best seller, libro “Autobiografia di uno Yogi”, nel capitolo 24 “Divento Monaco dell’Ordine degli Swami”, le suddivisioni che riportiamo integralmente dal libro:

“… Tutti gli Swami appartengono allo stesso Ordine monastico, onorato in India da tempi immemorabili. Riorganizzato secoli or sono nella forma attuale da Adi Shankaracharya, (N.d.R vedi foto), l’ordine è stato guidato da allora da una successione ininterrotta di venerabili maestri, ciascuno dei quali viene insignito del titolo di Jagadguru Sri Shankaracharya.

All’ordine degli Swami appartengono molti monaci, forse un milione, i quali per entrare a farne parte devono necessariamente ricevere l’iniziazione da un altro Swami. Tutti i monaci dell’Ordine degli Swami risalgono spiritualmente ad un guru comune, Adi (“il primo”) Shankaracharya; essi fanno voto di povertà (rinuncia interiore ad ogni bene terreno), di castità e di obbedienza al loro maestro, l’autorità spirituale.  Sotto molti aspetti, gli ordini monastici cattolici somigliano al più antico Ordine degli Swami.

Oltre al nuovo nome, lo Swami acquisisce un titolo che designa formalmente la sua appartenenza a una delle dieci suddivisioni dell’Ordine degli Swami.

Questi dasanami, ovvero dieci denominazioni, comprendono quella di Giri (montagna), a cui Sri Yukteswar Giri ed io stesso apparteniamo. Alcuni degli altri rami sono: Sagara (mare), Bharati (terra), Puri (territorio), Saraswati (saggezza della natura), Tirtha (luogo di pellegrinaggio) e Aranya (foresta).

Il significato del nome monastico di uno Swami, che in genere termina in ananda (beatitudine suprema), indica la sua aspirazione di ottenere l’emancipazione in virtù di un particolare sentiero, stato o qualità divina: l’amore, la saggezza, il discernimento, la devozione, il servizio, lo yoga. La denominazione di appartenenza è il simbolo di una forma di armonia con la natura.

L’aspirazione di prodigarsi altruisticamente per tutta l’umanità rinunciando ai legami e alle ambizioni personali induce la maggior parte degli Swami a impegnarsi attivamente in opere umanitarie ed educative, in India o talvolta anche in altri Paesi.

Rigettando ogni pregiudizio di casta, fede, classe, colore, sesso e razza, uno Swami segue i precetti della fratellanza umana. Il suo scopo è l’unione assoluta con lo Spirito. Compenetrando la propria coscienza, sia nel sonno sia nella veglia, del pensiero: “Io sono Lui”, egli percorre serenamente le vie del mondo, ma non appartiene ad esso. Solo in questo modo è degno del titolo di Swami: colui che tenta di raggiungere l’unione con il Sé o swa   …”.

N.d.R. – Secondo alcune tradizioni Adi Shankaracharya fondò quattro (o cinque) centri religiosi: i monaci (saṃnyāsa) appartenenti a tali centri religiosi vengono collettivamente indicati con il nome di daśanāmi (“diecinomi”) in quanto sono divisi in dieci differenti ordini monastici i cui componenti acquisiscono un diverso nome collegato al proprio ordine:

  • al tempio di Badarī nello Himalaya, a cui corrisponde l’ordine monastico dei “Giri”;
  • al tempio Dvārakā nel Gujarat, a cui corrisponde l’ordine monastico degli “Āśrama”;
  • al tempio di Puri in Orissa, a cui corrisponde l’ordine monastico degli “Araṇya”;
  • al tempio di Śṛṅgerī nel Karṇatak, a cui corrisponde l’ordine monastico dei “Bhāratī”;
  • al tempio di Kāñcīpuram, a cui corrisponde l’ordine monastico dei “Sarasvatī”.

Ad altri centri religiosi dipendono i restanti cinque ordini monastici: “Tīrtha”, “Purī”, “Vaṇa”, “Parvata” e “Sāgara”. Dai nomi comprendiamo l’origine dell’assegnazione funzionale di tali ordini: gli “Āśrama” erano preposti alla vita nei monasteri; gli “Araṇya” e i “Vaṇa”, agli eremi nelle foreste; “Giri” e “Parvata” a quelli sulle montagne; “Sāgara” in riva al mare; “Purī” nelle città; “Tīrtha” presso i santuari.

 

Articolo redatto da: Desktop Office di YOGADELRESPIRO.it
Data content by Davide Russo Diesi | Istruttore Mental Coach CSEN & YA Yoga Teacher E-RYT® 500, RYT® 500, YACEP® YOGABODY® Breathing Coach, YOGABODY® Stretching Coach.

Davide Russo Diesi

Davide Russo Diesi | YA Certified Yoga Teacher.