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BREVE STORIA DELLO YOGA

Nel corso dei secoli la pratica dello Yoga è stata modellata e trasformata dalle persone in base alle proprie necessità ed esigenze, soprattutto di benessere e forma fisica, ma i suoi principi originali sono molto più profondi e in questo articolo cercheremo di delineare una breve storia dello Yoga.

L’origine dello Yoga risale a migliaia di anni fa. La parola “Yoga” deriva dal sanscrito “Yuj” che significa “unire” e di fatto la pratica dello Yoga placa ogni attività della mente e dei sensi e conduce all’unione della coscienza individuale con la Coscienza Universale (Purusha), determinando un perfetto equilibrio ed armonia tra mente, corpo e spirito, uomo e natura.

Secondo le antiche scritture e gli antichi Maestri e saggi indiani, lo Yoga è una disciplina spirituale che trova fondamento in una scienza sottile, un processo il cui scopo ultimo è di portare ogni essere umano a realizzare sé stesso, a liberare la propria anima dal ciclo di morte e reincarnazione e raggiungere finalmente lo stato di libertà interiore Kaivalya (anche indicato come Mukti, Nirvana o Moksha), perché lo Yoga è una forza evolutiva potentissima che spinge il sincero ricercatore lungo il percorso di liberazione.

Per darne una definizione attuale, praticare lo Yoga significa apprendere il metodo che ci consente di superare le difficoltà e le sofferenze che ci troviamo a sperimentare lungo il sentiero della nostra vita ed essere padroni del nostro destino.

Storia

Lo Yoga viene considerato un retaggio culturale immortale della civiltà Indo-Sarasvati (2700° a.C.) tra le più antiche al mondo, estesa geograficamente lungo i fiumi Sarasvati e Indo nel subcontinente indiano, che ha posto le fondamenta per l’elevazione materiale e spirituale dell’umanità. Il primo sito di tale civiltà fu scoperto nel 1857, ma solo negli anni Venti del XX secolo iniziarono gli scavi archeologici.

Si ritiene, però, che la pratica dello Yoga risalga all’alba della civiltà, circa 5000 anni fa, molto prima che nascessero le prime religioni o sistemi di credenze. Nella tradizione indiana, Shiva viene considerato come il primo Yogi e Guru (Adiyogi e Adiguru).

Lungo le sponde del lago Kantisarovar nell’Himalaya, Adiyogi riversò la sua profonda conoscenza ai leggendari Saptarishis, i sette saggi, che diffusero questa potente scienza yogica in tutto il mondo.

Diversi ricercatori hanno notato, e si sono meravigliati, dei parallelismi tra le antiche culture in molti paesi diversi, ma è in India che il sistema yogico trovò la sua massima espressione, attraverso il saggio Saptarishi Agastya.

Sigilli e Fossili.

Il grande numero di sigilli e fossili recuperati nella valle della civiltà Indo-Sarasvati, con incisi motivi yogici e figure che praticano le Sadhana, testimoniano che lo Yoga fosse già praticato nell’Antica India. Anche i simboli fallici, i sigilli degli idoli della Dea Madre sono suggestivi del Tantra Yoga.

La presenza dello Yoga è riscontrabile, inoltre, nelle antiche tradizioni popolari, nell’eredità culturale dei Veda, circa un migliaio di testi sacri, scritti in sanscrito, di cui il testo più antico è il Ṛgveda, datato tra il XX e il XV secolo a.C, ma lo Yoga veniva praticato anche nel periodo pre-vedico (2700 a. C.).

Fu poi il grande saggio Maharshi Patanjali a codificare le varie pratiche e tradizioni Yoga esistenti, nella sua opera “Yoga Sutra” dando vita ad un sistema in cui spiegava il significato intrinseco dello Yoga. I 196 Sutra, o aforismi, di Patanjali offrono una visione completa e fondamentale della filosofia e della pratica dello Yoga, della vera natura della mente, della coscienza e della liberazione. Patanjali ha il merito di essere riuscito ad esprimere e a definire concetti che si erano sempre anticamente tramandati solo per via orale, riguardo alla scienza e all’arte dello Yoga.

Le fonti principali da cui si sono tratte le informazioni sulle pratiche dello Yoga, oltre ai Veda e agli Yoga Sutra di Patanjali, sono le Upanishad, testi filosofico-religiosi dell’India, che risalgono all’ultima fase del periodo vedico e rappresentano una delle dottrine indiane più antiche sulla salvazione dal ciclo delle esistenze, il saṃsāra; le tradizioni Buddhiste e Giainiste; i Darshana, “visione” della realtà, fenomenica e divina; la grammatica sanscrita di Pāṇini, che segna convenzionalmente la fine del sanscrito vedico e l’inizio del sanscrito classico; le epopee Mahabharata e Ramayana; i Purana testi religiosi della letteratura indiana, che costituiscono una vera e propria enciclopedia dell’induismo; le tradizioni teistiche dello Shivaismo (devozione a Shiva) e dello Vaishnavismo (devozione a Krishna) ed infine le tradizioni tantriche e alcune forme di Yoga puro che si sono manifestate nelle tradizioni mistiche nel Sud dell’Asia.

Surya Namaskara – Saluto al Sole ed evidenze storiche

Secondo la maggior parte degli studiosi, la civiltà vedica si sviluppò nel II e nel I millennio a.C., sebbene la tradizione indù proponga una data più remota, nel VI millennio a.C. La venerazione del sole in India era presente sin dai tempi dei Veda: il sole rivestiva una grande importanza e la pratica del Surya Namaskara potrebbe essere una derivazione successiva di questo culto del sole.

“Ciò che nell’uomo si ritrova e pure nel sole, è unico. Chi sa ciò giunge all’involucro costituito di cibo, giunge all’involucro costituito di soffi vitali, giunge all’involucro costituito di pensiero, giunge all’involucro costituito di conoscenza, giunge all’involucro costituito di beatitudine.” – Taittirīya Upaniṣad

Le antiche radici dello Yoga definivano una pratica quotidiana definita Sadhana Yoga (pratica e disciplina spirituale quotidiana, sotto la guida diretta di un Guru, di un Maestro con un elevato valore etico e spirituale), che includeva delle posizioni fisiche, Asana, delle tecniche di respirazione, Pranayama, la meditazione, Dhyana, azioni positive e il vivere eticamente, Niyama, il controllo della mente, Dharana, il ritiro dei sensi, Pratyara, l’astinenza, Yama, ed infine la fusione del proprio Sé con la Coscienza Universale, Samadhi.

500 a. C. – 800 d. C.

Nel periodo Classico (tra il V° e l’VIII° secolo a. C.) lo Yoga vive il suo sviluppo più significativo e prolifico anche grazie a due grandi Maestri: Mahavir e il Buddha. Mahavir con il Pancha Mahavrata, esprime il concetto dell’osservanza di 5 voti: ahimsa (non violenza), satya (verità), asteya (non rubare), brhamacharya (castità) e aparigraha (non attaccamento), necessari per la liberazione spirituale.

Il Buddha con lAshta Magga o l’ottuplice sentiero definisce otto fattori: retta comprensione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retta condotta di vita, retto sforzo, retta consapevolezza e retta concentrazione, che costituiscono un modo di vivere. Non sono concetti filosofici, credenze o descrizioni di una verità ultima, ma la grande realizzazione del Buddha è che l’esperienza della verità ultima non è altro che la cessazione di dukkha, la sofferenza.

Entrambe le opere sono considerate esprimere la natura iniziale intrinseca della Yoga Sadhana.

Durante questo periodo, fu chiaramente indicato che, attraverso la Yoga Sadhana, sia la mente che il corpo possono essere messi sotto controllo per sperimentare l’equanimità e l’armonia interiore. La parola in lingua Pali (usata dal Buddha) tradotta come “equanimità” è upekkha, che significa “guardare sopra”. Si riferisce all’equanimità che deriva dal potere dell’osservazione, l’abilità di vedere senza essere catturati da ciò che vediamo. Ne troviamo l’espressione più esplicita nella Bhagavad Gita (vedere l’articolo del 10 maggio 2021), che introduce i concetti di Gyana Yoga (percorso della conoscenza del Sé), Bhakti Yoga (percorso della devozione) e Karma Yoga (l’azione altruistica senza ego o attaccamento), che ancora oggi sono considerati l’esempio più alto della saggezza e consapevolezza umana.

800 d. C. – 1700 d. C.

Questo periodo, definito anche Post-Classico, è molto importante per lo sviluppo dello Yoga: il saggio Vyasa scrisse i suoi commentari agli Yoga Sutra e spiccano gli insegnamenti dei grandi Adi Shankracharya, Ramanujacharya, Madhavacharya, come pure quelli di Suradasa, Tulasidasa, Purandardasa, Mirabai.

I Natha Yogi della tradizione Hatha Yoga come Matsyendaranatha, Gorkshanatha, Cauranginatha, Swatmaram Suri, Gheranda, Shrinivasa Bhatt, sono alcune delle grandi personalità che hanno reso popolari le pratiche dello Hatha Yoga.

1700 d. C. – 1900 d. C.

È il periodo definito Moderno dello Yoga, in cui grandi figure di Yogacharya (Insegnanti dello Yoga) quali Ramana Maharshi, Ramakrishna Paramhansa, Paramhansa Yogananda, Vivekananda, hanno dato il loro fondamentale ed elevato contributo allo sviluppo del Raja Yoga, lo Yoga classico, quello descritto negli Yoga Sutra di Patanjali.

Sempre in questo periodo, sono fioriti anche il Nathayoga o Hatha-Yoga e si sono diffusi a livello mondiale i cardini dello Hatha Yoga tramite lo Shadanga-Yoga di Goraksha Shatakam, il Chaturanga-Yoga di Hatha Yoga Pradipika, il Saptanga-Yoga di Gheranda Samhita.

Grandi personalità e Maestri hanno contribuito al diffondersi degli insegnamenti sullo Yoga in tutto il mondo, come ad esempio: Swami Shivananda, Shri T.Krishnamacharya, Swami Kuvalayananda, Shri Yogendara, Swami Rama, Sri Aurobindo, Maharshi Mahesh Yogi, Acharya Rajanish, Pattabhijois, Swami Satyananda Sarasvati.

In epoca moderna l’Iyengar Yoga, che prende il nome dal suo fondatore B.K.S. Iyengar, è una forma di Hatha Yoga sviluppata negli anni Quaranta. Utilizza spesso oggetti di scena come coperte, blocchi e cinghie per aiutare a eseguire le posizioni. Può anche utilizzare dispositivi a muro che facilitano l’uso della forza di gravità.

Oggi tutti hanno accettato il concetto che la pratica dello Yoga sia utile nella preservazione, mantenimento e promozione della salute e del benessere fisico e mentale. Il Governo indiano ha istituito il Ministero dell’AYUSH, acronimo per Ayurveda, Yoga e naturopatia, Unani, Siddha e Omeopatia, per la promozione e il riconoscimento dei benefici di alcune branche della medicina alternative e lo Yoga è una di queste.

Nel 2014 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha accolto con 175 voti favorevoli su 193 la richiesta del premier indiano Narendra Modi di istituire una giornata internazionale dedicata allo yoga, ovvero l’International Yoga Day, il 21 di giugno.

Conclusioni

Per molte persone, soprattutto in Occidente, la pratica dello Yoga si limita all’Hatha Yoga e alle posizioni, Asana. Si considera lo Yoga una “terapia”, un sistema di esercizi per la propria salute e la forma fisica: al contrario la salute fisica e mentale sono le conseguenze naturali dello Yoga. Lo scopo dello Yoga è molto più profondo. Lo Yoga è armonizzazione con l’Universo.

Negli Yoga Sutra, infatti, solo tre sutra sono dedicati agli Asana: fondamentalmente l’Hatha Yoga è una pratica che predispone il corpo a sostenere livelli di energia più elevati. Si inizia con il corpo, poi il respiro, la mente e l’Io interiore, perché lo Yoga lavora a livello di tutti i corpi sottili dell’essere umano: l’ego, la mente, le memorie, l’inconscio, il subconscio.

Articolo redatto da: Segreteria di Swami Amrirananda Davide Russo Diesi | Certified Yoga Teacher RYT-500 Yoga Alliance USA – Yogasthali Yoga Society, INDIA.