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MAHASAMADHI DI LAHIRI MAHASAYA – 28 SETTEMBRE 1895

Shyamacharan Lahiri Mahasaya nacque il 30 settembre del 1828 nel villaggio di Ghurni, nel Bengala in India e lasciò consapevolmente il corpo entrando in Mahasamadhi il 28 settembre del 1895 a Benares.

All’età di 33 anni, sposato e padre di famiglia, era di stanza a Ranikhet nell’Himalaya in qualità di contabile nel dipartimento del genio militare britannico. Un giorno, mentre camminava sui rilievi del monte Drongiri, udì una voce che lo chiamava: era Mahavatar Babaji, il suo Guru di precedenti incarnazioni, che Lahiri non riconobbe immediatamente, ma un lieve tocco benedicente del suo Maestro sulla fronte gli risvegliò i ricordi passati e venne travolto da uno stato di divina realizzazione spirituale che non lo abbandonò più. Egli prese la scelta di meditare profondamente e di divenire un servitore agli ordini del grande Maestro e Santo Immortale Babaji.

Mahavatara Babaji lo iniziò alla scienza del Kriya Yoga, ovvero l’antica scienza perduta che Krishna aveva concesso ad Arjuna millenni prima, e Lahiri Mahasaya promise di dedicare il resto della sua vita a diffondere nuovamente questa sacra scienza nel mondo. Poco tempo dopo, Lahiri Mahasaya fece ritorno a Varanasi, dove iniziò a impartire il Kriya Yoga ai sinceri ricercatori nel sentiero della verità e fu disponibile a concedere l’iniziazione al Kriya Yoga a persone di qualsiasi fede e casta.

Paramhansa Yogananda, discepolo di Sri Swami Yukteswar Giri J., a sua volta discepolo diretto di Lahiri Mahasaya, scrisse nel suo famoso libro Autobiografia di uno Yogi, di cui si consiglia la lettura a tutti: “… Così come non si può impedire ai fiori di diffondere la loro fragranza, così Lahiri Mahasaya, pur conducendo la vita tranquilla di un capofamiglia ideale, non poteva nascondere la propria radiosa bellezza interiore. I devoti cominciarono ad affluire da ogni parte dell’india come api in cerca del divino nettare elargito dal Maestro liberato.”

Lahiri Mahasaya viene considerato uno Yogavatar, l’incarnazione degli ideali più elevati dello Yoga, l’unione del proprio Sé con Dio. Pose al centro dell’insegnamento del Kriya Yoga la stretta relazione tra studente ed insegnante, quale base del corretto apprendimento delle diverse tecniche di questa scienza immortale.

Egli non fondò alcuna organizzazione, né lasciò opere scritte direttamente, ma alcuni suoi discepoli raccolsero gran parte dei suoi commenti a molte scritture, tra le quali la Bhagavad Gita e alcuni commenti alle Upanishad.

Lahiri Mahasaya, nel corso della sua vita, fece diverse affermazioni profetiche, tra le quali quella che segue che ci riguarda particolarmente: “Trascorsi cinquant’anni dalla mia morte verranno scritte le vicissitudini della mia vita grazie al profondo interesse che lo Yoga desterà in Occidente. Il messaggio dello Yoga si diffonderà in tutto il mondo e sarà di aiuto a stabilire la fratellanza tra gli uomini: un senso di unione che si basa sulla percezione diretta dell’umanità di un unico Padre.”

La sua profezia si avverò quando circa cinquant’anni dopo Paramhansa Yogananda, in America, dedicò un intero capitolo del suo libro Autobiografia di uno Yogi a Lahiri Mahasaya, portando a conoscenza dell’Occidente la straordinaria vita dello Yogavatar e diffondendo la pratica del Kriya Yoga in tutto l’Occidente.

Lahiri Mahasaya lasciò il corpo il 26 settembre del 1985 a Benares, entrando in Mahasamadhi, l’uscita finale e consapevole dal corpo fisico di un Maestro che ha realizzato Dio.

Articolo redatto da: Segreteria di Swami Amrirananda Davide Russo Diesi | Certified Yoga Teacher RYT-500 Yoga Alliance USA – Yogasthali Yoga Society, INDIA.